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"Dark Wave", è una doppia installazione video dell'artista-fotografa Lina Bertucci, che ritrae la cultura giovanile nello scenario della Dark Wave newyorkese, che riunisce giovani ossessionati dal mito dei vampiri. Nei suoi lavori precedenti, l'artista ha indagato fotograficamente la body art e le sue implicazioni sull'individualismo, sull'idea di gruppo e di appartenenza e sulla presa di potere di ciascuno attraverso il proprio corpo. L' indagine del mondo dei tatoo ha portato, Lina Bertucci a scoprire come l'archetipo del vampiro sia entrato a far parte dell'immaginario collettivo di molte culture: una metafora della lotta tra le forze della vita e della morte, del bene e del male, capace di manifestare le paure collettive riguardo al sesso, alla morte e il desiderio dell'eterna giovinezza. Il mito del vampiro è presente anche nell'iconografia di molte religioni tra cui quella cristiana attraverso l'uso simbolico del sangue, della resurrezione e del sacrificio.

Il lavoro di Lina Bertucci ci porta a comprendere come questo mito così singolare racchiuda oggi le paure più profonde e i desideri più oscuri di molti giovani americani, facendo leva sulla loro ansia primordiale di perdere l'energia vitale. Dark Wave è l'espressione di un potere sotterraneo, la manifestazione fisica delle maggiori inquietudini giovanili, rappresentata come un ritorno alla vita dopo la morte. Catturare l'immagine di giovani "vampiri" diventa affascinante perchè storicamente la figura del vampiro, esisteva solo parzialmente in quanto non veniva riflessa dagli specchi. Per questo video l'artista ha chiesto a ragazzi e ragazze incontrati nelle discoteche di New York di guardare la telecamera per circa due minuti, dando loro pochissime indicazioni se non quella di fissare lo sguardo verso chi si trovava dietro l'obiettivo. Il potere del loro sguardo è tale che si crea una strana inversione di ruoli dove lo spettatore diventa colui che viene scrutato minacciosamente; trasformando il ritratto del vampiro in uno specchio per noi stessi.

Questa ossessione giovanile nei confronti dei vampiri si lega alla recente rinascita attraverso film, libri e televisione di questo mito che manifesta chiaramente uno stato di perdita di ideali e valori di una gioventン, quella americana nello specifico, che non riesce a gestire la complessità delle richieste della società che li circonda. Il vampiro è diventato nei film un simbolo degli outsider (in True Blood), del frutto proibito e dell'accettazione sociale (nelle serie Twilight, Near Dark, The Lost Boys), della lotta morale sulla sua stessa natura (in Intervista con il Vampiro) e dei processi d'invecchiamento (in Hunger). Nelle parole di Lina Bertucci: "Come fotografa che studia alcuni aspetti della società, la cultura Dark Wave riflette, secondo me, il buio collettivo - un aspetto della psiche, il lato oscuro della natura, che raramente viene manifestato in maniera chiara.

Quest'opera è il risultato della mia ricerca, sviluppata attraverso l'occhio meccanico dell'obiettivo, su cosa connetta l'individuo e la collettività. Risalendo dalle caverne oscure di questa cultura sotterranea, si arriva a intravedere in noi stessi un profondo risveglio interiore un desiderio di spiritualità. Quello che superficialmente, può sembrare come un gruppo di ragazzini in stile gothic, che cerca approvazione, che vuole differenziarsi, giocare con il proibito o cercare la propria individualità, rappresenta una ricerca che, a volte a loro insaputa, è sintomatica del nostro bisogno collettivo di conoscenza interiore, di autoaccettazione e anche di amore. Evoca anche gli aspetti "vampireschi" intrinsechi nella gestione dei rapporti umani più intimi (amore, amicizia, maternità, paternità, fratellanza) così come in quelli pubblici (politici, religiosi e finanziari). A livello personale, da fotografa, sono portata a rappresentare la vita umana attraverso l'obiettivo, come non riuscirei mai a fare ad occhio nudo. La lente della macchina mi permette di rivelare il mio inconscio, di catturare un'immagine e di rifletterla sullo spettatore, non solo nella speranza che possa vedere "l'altro", ma forse anche nella speranza che possa riconoscere se stesso in questa alterità".

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Lina Bertucci
Dark Wave